Accoppiamento – attuali misure per il virus homo sapiens

La quarta legge cui tutti obbediamo riguarda l’accoppiamento, regolato da una “strategia” tendenzialmente monogamica con possibili, anche frequenti, eccezioni: quale è lo stato dell’arte?

Anticipo possibili obiezioni, che riguardano una minoranza della popolazione della nostra specie, ma la diversità è ricchezza, potenzialmente generatrice di evoluzione: non tutti i soggetti della nostra specie si accoppiano, e quelli che si accoppiano non necessariamente lo fanno in vista della generazione di prole.

La stragrande maggioranza degli umani si accoppia, e qui escludiamo, rinviando a quando rifletteremo sulla quinta legge, gli aspetti direttamente relativi alla prole.

Includiamo certamente, nelle nostre osservazioni, tutti i soggetti umani, indipendentemente dallo specifico orientamento sessuale.

Di come funziona, e perché, il nostro comportamento sessuale, hanno detto in tanti, scritto in tanti: per in nostri scopi ritengo sufficiente ed accettabile quanto elaborato da un noto divulgatore scientifico, Jared Diamond, a cui rimando più che volentieri, specificamente alla seconda parte di un suo buon lavoro di alcuni anni fa, Il terzo Scimpanzé[1].

Benchè lo studio citato sia esplicitamente relativo all’accoppiamento eterosessuale, possiamo riconoscere che le linee individuate descrivono con sufficiente precisione anche gli altri tipi di accoppiamento.

In molti paesi del mondo la libertà di espressione del proprio orientamento sessuale è severamente coartata, in modo netto e spesso violento, addirittura legalmente prescritto, quando abbiamo a che fare con le minoranze non eterosessuali. E anche dove la legge riconosce pari diritti, e vieta, sulla carta, ogni discriminazione basata sull’orientamento sessuale, la vita per le minoranze non eterosessuali è dura.

Gli eterosessuali se la passano meglio, ma anche in questo caso non mancano sanzioni e coartazioni, sia formalmente accolte nel diritto di famiglia, sia esercitate in omaggio a “consuetudini” locali, al cosiddetto costume locale, ad esempio per quanto riguarda la condotta da tenersi rispetto alle relazioni extra-coniugali.

L’esercizio della violenza, della brutale forza fisica per costringere all’accoppiamento è generalmente sanzionato, in gran parte dei paesi del mondo: ma non in tutti i paesi, e non sempre nemmeno negli altri.

Teoricamente molto più difficili da identificare sono altri due comportamenti “illegali”: il primo è l’esercizio della violenza non fisica.

Sono di recente esplosi i numeri dei casi di denunce nei confronti di personaggi famosi, accusati di aver approfittato della loro posizione per ottenere favori sessuali da partner altrimenti non disponibili a concedere tali favori: formula nota, se vuoi fare carriera, se vuoi il posto, se vuoi diventare ABC, allora tu…

Sappiamo che il numero dei casi di questo genere è enormemente superiore a quello denunciato, infinitamente superiore, è prassi molto diffusa e ipocritamente criticata in pubblico ed accettata, spesso cinicamente, in privato.

Stessa linea di condotta adottata nei confronti delle cosiddette amicizie di interesse, forme di accoppiamento a “basso dosaggio” sessuale, ma pur sempre accoppiamento, che con enorme frequenza trasfonde nel secondo, molto noto, e in genere non perseguibile per legge, comportamento complementare all’abuso di posizione.

In genere viene chiamato seduzione, l’offerta “libera” di favore sessuale in cambio di carriera, posti di prestigio, eccetera, riconoscibilmente una variante sostanziale della meno ben accolta, in pubblico, prostituzione.

Ci è chiaro che stiamo avendo a che fare con limiti (e concessioni) che sì, hanno a che fare con la strategia di accoppiamento degli umani, ma che regolano in realtà l’incrocio tra strategia di accoppiamento e appartenenza di casta, diritti di accesso a risorse, sopravvivenza, protezione, insomma tutto il repertorio che abbiamo individuato in relazione al governo dell’obbedienza alle tre leggi precedenti.

Complesso, non c’è dubbio. Possiamo semplificarlo. In sintesi, si tratta dell’incrocio tra strategia di accoppiamento e tutte le forme di attuale, sostanzialmente legalizzata, gestione della proprietà.

Spose bambine, matrimoni combinati, burlesque nelle cene eleganti, pornografia, prostituzione legalizzata e non, abuso di posizione, seduzione, corruzione sessuale, stupri di guerra, l’elenco potrebbe continuare, sono il frutto specifico di quello specifico incrocio.

E no, non mi pare che ci siamo.

Lasciamo da parte il non trascurabile aspetto correlato alla generazione della prole, lo vediamo dopo, teniamo il fuoco su come viene “trattata” l’espressione dell’orientamento sessuale.

E delle ovvie ripercussioni che l’attuale ordinamento ha sullo sviluppo, la maturazione, il dispiegamento di tutte le altre potenzialità di ciascun soggetto umano.

Difficile contestare che la libera, non violenta (e questo aspetto certo va accuratamente presidiato), consenziente (più difficile da presidiare, ma non impossibile, non con le attuali tecnologie a disposizione) espressione di qualunque orientamento sessuale, a qualunque età, sia una condizione da perseguire poiché intrinsecamente generatrice di buoni frutti, individuali e collettivi.

Difficile contestare che ciò che nel linguaggio comune viene solitamente espresso con “libera espressione di sé” sia un formidabile motore motivazionale, e simultaneamente una direzione in cui possono essere convogliate molte delle energie a disposizione di ciascun soggetto, con frutto e vantaggio del singolo e della collettività.

Difficile contestare che la libera espressione del proprio orientamento sessuale sia una quota considerevole del sé di ciascuno, per tutta la vita.

Impossibile contestare che l’orgasmo sia tra le più desiderate e desiderabili ricompense dell’umano agire, intrinsecamente e irrevocabilmente intrecciata alla espressione del proprio orientamento sessuale.

E non si vede alcuna ragione, fondata, per inibirne o ostacolarne la ricerca e l’ottenimento, del resto agilmente perseguibile e ottenibile ben entro il limite del ricorso, certamente vietato e da vietare, alla sopraffazione.

Stiamo parlando d’amore? Ne dovremo parlare, e molto, ma non qui e non ora: qui ci limitiamo a trattare alcuni aspetti che possiamo identificare come premesse sistemiche al dispiegarsi delle vicende amorose, con il preciso obiettivo di separare e identificare chiaramente quali aspetti riguardano l’obbedienza alla legge di accoppiamento, e quali no.

Tutti gli aspetti e le forme deleterie che abbiamo visto appiccicarsi, correlarsi alla strategia di accoppiamento, hanno poco a che fare con questo o quell’orientamento sessuale, con l’obbedienza alla quarta legge.

Hanno certamente a che fare con la ricerca di buone o migliori condizioni di sopravvivenza e di possibilità di riproduzione, e con le forme di contenimento e di gestione a questo correlate, come abbiamo sommariamente descritto in precedenza.

La storia, antica e recente, è piena dei riscontri degli esiti dei tentativi di eliminare ciò che possiamo considerare forme pervertite di obbedienza alla quarta legge, spose bambine, matrimoni combinati, burlesque nelle cene eleganti, pornografia, prostituzione legalizzata e non, abuso di posizione, seduzione, corruzione sessuale, stupri di guerra, eccetera eccetera.

Sino ad oggi, in sintesi, totale fallimento.

Cominciamo a capire, credo, con sempre maggiore chiarezza, per quale ragione, nel corso dei millenni, non ci siamo riusciti: un banale “errore” diagnostico, li abbiamo presi per fenomeni che insorgono autonomi e indipendenti, da contrastare singolarmente.

Cominciamo a disporre di elementi che ci permettono di vedere queste perversioni per quello che probabilmente sono, effetti collaterali, sintomi, espressioni di altro, altro rimasto e lasciato nell’ombra.

Ed è su questo altro, in parte oscurato sino ad oggi, che probabilmente dovremo agire, insomma intervenire sulla radice della mala pianta che pregiudica e rovina il lavoro ed il raccolto della nostra specie, e sbarazzarci, con un sol colpo, di decine di nefasti effetti collaterali.

Sempre più consapevoli della impossibilità di privarci di alcuna delle nostre profonde radici, pena la nostra morte, e della necessità di governarne sapientemente la alimentazione e lo sviluppo, varianti del primitivo nutrire, tagliare e piegare, per poi poter cogliere il frutto della buona convivenza e sopravvivenza della comunità planetaria.

[1] Il terzo scimpanzé. Ascesa e caduta del primate homo sapiens,  Diamond Jared, Bollati Boringhieri  (collana Universale Bollati Boringhieri-S. scient.)


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