Protezione e Predazione – attuali misure per il virus homo sapiens

Diamo un’occhiata, molto a volo d’aquila, a dove porta la necessitata obbedienza a ciascuna delle leggi che guidano l’umano agire, e ai principali baluardi e presidi posti a limitare gli effetti negativi conseguenti a ciascuna legge, insomma quali protocolli di prevenzione, contenimento e cura sono stati predisposti.

Ciascuna legge può essere vista come la descrizione di un punto, di una modalità di attacco del virus, cominciamo dalla prima: proteggere con ogni mezzo la propria integrità sistemica, fisica, sul piano primario.

E direi anche la propria integrità mentale, assai più difficile da descrivere, data la miserevole assenza di un modello scientifico condiviso della mente umana che ci tenga lontano dalle ispirate sciocchezze delle romantiche o mistiche più diffuse concezioni, su questo punto dobbiamo rimandare.

Dovunque, il limite posto a ciascun umano è il danneggiamento diretto della integrità fisica altrui, salvo il delicato caso della legittima difesa: mi posso difendere, almeno provarci, quando vengo attaccato, quando è in gioco la mia vita, ma non in modo sproporzionato rispetto alla entità dell’attacco.

L’eccesso di legittima difesa è severamente punito, e possiamo considerare tale anche l’omicidio premeditato, una sorta di massimo dell’eccesso di “legittima” difesa: gli omicidi hanno moventi, i moventi sono tutti riconducibili alla protezione di sé, di individui e di gruppi di individui alleati, complici, correi.

Pur nelle diversità di forma, le diverse legislazioni delle nazioni e dei popoli sono da tempo allineate su questo principio: l’efficacia della azione dissuasoria, profilattica e repressiva di queste condotte varia molto da paese a paese, ma almeno in linea di principio ci siamo, almeno sul piano del comportamento individuale e di piccoli gruppi.

Altro paio di maniche è la condotta dei diversi governi delle nazioni, guerre armate e “commerciali” sono azioni ampiamente dispiegate, frequenti, hanno costellato la storia di qualunque popolo, e tuttora continuano a costellare i nostri moderni notiziari.

E qui non ci siamo più.

Nemmeno la guerra commerciale, recentemente intensificata, ma mai scomparsa dagli scenari locali e planetari, è giustificabile, nella misura in cui, in modo diretto e indiretto, genera l’effetto di incidere sulle possibilità di sopravvivenza anche di un solo essere umano: in parole povere, non solo farlo morire di fame, anche solo impedirgli una esistenza dignitosa.

Le guerre, armate e commerciali, la destinazione di immense risorse agli apparti che sostengono entrambe, sono una delle radici che hanno sottratto le risorse indispensabili ad affrontare adeguatamente, nei soli limiti delle attuali migliori conoscenze scientifiche e degli strumenti di cui disponiamo, l’attuale pandemia da covid19.

Le guerre, armate e commerciali, la destinazione delle immense risorse agli apparati che le sostengono, tratto distintivo di tutti, ma proprio tutti i governi di tutti i paesi, sono una delle radici, possenti, che alimentano il complesso meccanismo che continua a tenere inchiodata la proporzione 10%-90%

Per dirla in modo educato e gentile, abbiamo molto da lavorare per migliorare il presidio da opporre agli effetti nefasti, mortali, di molti comportamenti, individuali e collettivi, sostenuti dalla prima legge cui obbedisce il virus homo sapiens.

Elegante, no? Insomma, abbastanza, almeno… ma non sfugge a nessuno che la risposta a come migliorare il presidio delle guerre, realisticamente, è una e una sola.

 

Seconda legge: la predazione, in tutte le forme che ci consentano di alimentare e proteggere il nostro organismo

Possiamo considerare predazione anche il nostro semplice respirare, anche se lo consideriamo un atto naturale: prendiamo risorse che ci servono, che ci sono indispensabili, dall’ambiente, togliendole ad altri soggetti, umani e non umani.

Possiamo considerare predatore il neonato che sugge, si appropria di sostanze che appartengono ad un altro organismo, anche se nessuna delle due azioni elementari sin qui descritte è considerata reato.

Tutte le umane attività di estrazione, coltivazione, allevamento si costituiscono come attività predatorie, e così tutte le attività correlate alla trasformazione, qualunque essa sia, di ciò che è stato predato.

Qualunque predazione incontra limiti, naturali, ad esempio l’azione di un altro predatore più forte o più abile, o sociali, ad esempio le regole che dirimono le questioni relative alla proprietà.

Regole assai sofisticate, appoggiate alla ripartizione ed alla distribuzione delle terre, delle acque, dei cieli, ai confini di ciascuna nazione, ai confini di ciascuna proprietà legalmente riconosciuta all’interno di ciascuna nazione.

Regole che riguardano l’acquisizione e la cessione delle proprietà, di qualunque proprietà, una giungla inestricabile, che occupa la stragrande maggioranza di tutte le legislazioni del mondo.

Confini e norme che regolano la predazione, chiaramente distinguendo tra comportamenti accettabili e comportamenti delittuosi, raccolti sotto l’enorme ombrello del furto.

Il furto non è ammesso, è un reato.

Di fatto con numerose zone d’ombra. Le più vistose, oggi, sono costituite dai paradisi fiscali, dai paesi, e non sono pochi, che vivono sostanzialmente dei proventi derivanti dalla complicità nel furto costituito dalla legalizzata evasione ed elusione fiscale.

Zone d’ombra molto vistose, diciamo pure eccezioni, meglio, franche violazioni, nel nostro passato, recente e remoto, sono costituite dalle azioni di tutti quei governi che sono risultate conseguire e perpetrare genocidi, capitolo che quasi nessuno affronta volentieri.

Varianti non molto minori le troviamo nelle massicce operazioni di sfruttamento delle risorse del suolo e del sottosuolo condotte da più o meno grandi gruppi d’affari nei paesi meno sviluppati del pianeta.

Potremmo continuare, per pagine e pagine, e non lo faremo, non ora, abbiamo molto altro lavoro da fare.

Sono più che visibili, sin da ora le connessioni tra i “presidi” della seconda legge ed i presidi della prima, della terza, della sesta e della settima legge, rassegniamoci sin d’ora al fatto che dovremo riprendere molti di questi aspetti anche in seguito: qui il punto centrale è costituito dai confini, e dalla convergenza di tutte le legislazioni sulla protezione dei confini, sulla difesa dei confini.

Anche per questi presidi, vale ciò che abbiamo osservato per i precedenti: sono altre, possenti radici che divorano risorse, comprese le risorse che potevano essere destinate a “fronteggiare l’emergenza coronavid19”, che emergenza sappiamo non essere, bensì condizione endemica.

Sono altre e possenti radici che alimentano la mostruosa macchina che inchioda e rende irresolubile, immodificabile la proporzione 10%-90%

Saranno mica da migliorare anche questi?

Anche qui, come per la legge precedente, non sfugge a nessuno che la risposta a come migliorare il presidio dei confini, realisticamente, è una e una sola


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